Se ci aggrappiamo alla credenza in Dio, non possiamo anche aver fede, perché la fede non è un aggrapparsi ma un lasciarsi andare.
(Alan Watts)

Ecco il cuore della differenza tra quello che si intende con i termini “religione” e “spiritualità”. Differenti per “religione”, in quanto esseri umani possiamo essere uniti, compassionevoli e comprensivi quanto a spiritualità. Viceversa possiamo sulla carta aderire alla medesima religione, ma essere profondamente diversi sul piano spirituale. Anzi, per l’esattezza, direi che non esiste reale differenza quanto all’essenza della spiritualità che è comune all’esperienza – almeno in potenza – di tutti gli esseri umani. Possiamo parlare di racconti diversi, miti più o meno diversamente declinati, pratiche rituali diverse. In questa differenza consiste l’immensa ricchezza dell’umano. Ma alla fine, come aveva giustamente rilevato Gustav Jung, gli archetipi di fondo su cui poggia l’inconscio collettivo dell’umanità corrispondono. Dunque, propriamente vi è una certa distanza tra persone che provano a vivere la loro spiritualità e persone che si illudono di trovare le risposte altrove. Nelle religioni, per esempio, quando sono intese come ideologie o strumenti di potere.