Pubblicato in: didattica, filosofia

TRA UOMO E NATURA: ANTOLOGIA FILOSOFICA DI UN RAPPORTO COMPLESSO


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LA DIVINA NATURA DA CONTEMPLARE: LA FILOSOFIA ANTICA COME ESERCIZIO SPIRITUALE
ANTOLOGIA PALATINA, IX, 577 (EPIGRAMMA ATTRIBUITO ALL’ASTRONOMO TOLOMEO)
ARISTOTELE, PARTI DEGLI ANIMALI, 645A
CICERONE, DELLA NATURA DEGLI DEI, I, 21, 54
CICERONE, DELLA REPUBBLICA, VI, 9, 16
CICERONE, IL SOMMO BENE E IL SOMMO MALE, V, 21, 58
EPICURO, GNOMOLOGIO VATICANO, 10
EPICURO, LETTERA A PITOCLE, 85
EPICURO, MASSIME CAPITALI, 11
EPITTETO, DIATRIBE, I, 6, 19-25
MARCO AURELIO, A SE STESSO, IV, 23
PLATONE, FEDRO, 229A-C
PLUTARCO, DELLA TRANQUILLITÀ DELL’ANIMA, 20, 477C
SENECA, QUESTIONI NATURALI, I, PREFAZIONE, 7-10
LA NATURA DA CONTEMPLARE COME “IMAGO DEI”
ELOGIO DELLA NATURA DI ALANO DI LILLA (1128-1203)
CANTICUM O LAUDES CREATURARUM (O CANTICO DI FRATE SOLE) DI FRANCESCO D’ASSISI (1181-1226)
NATURA NATURANS E NATURA NATURATA: L’INFINITÀ DELL’UNIVERSO
GIORDANO BRUNO (1548-1600)
LA NATURA DA SOGGIOGARE
ANTICO TESTAMENTO GENESI (9, 2)
PICO DELLA MIRANDOLA: ORAZIONE SULLA DIGNITÀ DELL’UOMO (1496)
JULIES MICHELET (STORICO FRANCESE 1798-1874)
FRANCESCO BACONE (1561-1626)
GALILEO GALILEI (1564-1642)
RENÉ DESCARTES (1596-1650)
LA NATURA AMA NASCONDERSI. OCCORRE RISPETTARNE LA VELATEZZA
JOHANN WOLFGANG VON GOETHE (1749-1832)
JEAN-JACQUES ROUSSEAU (1712-1778)
JOHANN CHRISTIAN FRIEDRICH HÖLDERLIN (1770-1843)
HENRY DAVID THOREAU (1817-1862)
FRIEDRICH WILHELM NIETZSCHE (1844-1900)
JEAN-PAUL SARTRE (1905-1980)
VOCI DA ORIENTE
CHUANG TZU (369 A.C. CIRCA – 286 A.C. CIRCA), FILOSOFO E MISTICO CINESE, UNO DEI MASSIMI ESPONENTI DEL TAOISMO
BUDDISMO TIBETANO – LA PIÙ GRANDE RICCHEZZA: CONTENTEZZA (TRATTO DAL LIBRO THE HEART IS NOBLE, CHANGING THE WORLD FROM THE INSIDE OUT, DI OGYEN TRINLEY DORJE, PP 70-71)
BUDDISMO SOTO-ZEN
THICH NHAT HANH, ESSERE PACE, ASTROLABIO-UBALDINI EDITORE, ROMA, 1989
VOCI DA UN ALTRO OCCIDENTE
LETTERA SCRITTA NEL 1854 DAL CAPO PELLEROSSA SEATTLE CAPRIOLO ZOPPO ALL’ALLORA PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI FRANKLIN PIERCE
SMOHALLA, UOMO-MEDICINA DELLA TRIBÙ UMATILLA
RIFLESSIONI DI FILOSOFI CONTEMPORANEI
MARTIN HEIDEGGER (1889-1976)
WERNER KARL HEISENBERG (1901-1976)
HANS JONAS (1903-1993), IL PRINCIPIO RESPONSABILITÀ
GIOVANNI REALE (1931-2014)
EDGAR MORIN (1921)
RAIMON PANIKKAR (1918-2010)
FRANCESCO DIPALO (1965), NULLA E DINTORNI, DIOGENE MULTIMEDIA, BOLOGNA, 2015

Autore:

Ho studiato filosofia presso l'Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e mi sono laureato nel 1990, relatore il prof. Gabriele Giannantoni, con una tesi in storia della filosofia antica intitolata "Vivere significa morire: analisi di alcuni frammenti eraclitei". Sono socio della SFI - Società Filosofica Italiana di cui curo il sito web. Da alcuni anni mi interesso di Pratiche Filosofiche e Consulenza Filosofica, collaborando con riviste scientifiche del settore, sulle quali ho all'attivo decine di pubblicazioni. Dal 2004 svolgo la professione di Consulente Filosofico e ho promosso una serie di iniziative filosofiche (Caffè Philo, Dialogo Socratico, Seminari di gruppo) aperte al pubblico. Attualmente insegno filosofia e storia presso il Liceo "I. Vian" di Bracciano (Liceo Classico sezione X). Utilizzo la filosofia in pratica sia durante le lezioni ordinarie che in altre "straordinarie" occasioni (passeggiate filosofiche nel bosco, dialoghi socratici a tema, ecc.). A scuola provo a tener aperto uno "sportello" di consulenza filosofica rivolto ai grandi ed ai meno grandi.

2 pensieri riguardo “TRA UOMO E NATURA: ANTOLOGIA FILOSOFICA DI UN RAPPORTO COMPLESSO

  1. Lettera dall’Antropocene

    Caro giovane del domani, ti scrivo dal 2021. Probabilmente ti starai chiedendo perché hai ricevuto una lettera da una persona che forse in questo momento, se ancora viva, avrà l’età di tua nonna; scoprirai il motivo leggendo.
    Il mio nome è Anna, mentre scrivo ho 16 anni e faccio parte della cosiddetta generazione Z, ovvero la prima generazione ad aver protestato contro un sistema non ecologista. Noi siamo i nativi del cambiamento climatico e della rovinosa era digitale, i primi a pagare le conseguenze.
    Io sono cresciuta in luoghi isolati, colorati e poco contaminati; al contrario di molti miei coetanei ho avuto l’opportunità di stare sempre a contatto con la natura. I miei familiari, in particolare mio padre, mi hanno trasmesso la passione ed il senso di rispetto verso tutto ciò che è natura, questo è uno dei motivi per i quali le tematiche ambientali mi stanno così a cuore.
    Ad oggi non c’è nulla di più attuale dell’ ambiente, questo perché stiamo vivendo un vero e proprio disastro ambientale. Negli ultimi anni abbiamo avuto modo di accorgerci del fatto che ormai fosse troppo tardi per cercare di annullare il processo di distruzione del pianeta che abbiamo attuato, possiamo solo rallentarlo. Detta così potrebbe suonare catastrofista, ma sto cercando di essere il più realista possibile. Sono certa che tu sai perfettamente di cosa sto parlando. Infatti se davvero stai leggendo questa lettera, vivi in un mondo sull’orlo del baratro, che ha più plastica che pesce negli oceani e che consuma quattro o cinque volte le risorse annualmente rigenerabili dalla terra. So che stai cercando qualcuno a cui dare la colpa, so che forse la dai a noi stolti del passato: forse fai bene. Infatti siamo tutti perfettamente consapevoli di cosa stiamo facendo, te lo giuro. Non c’è nulla che non si sappia o qualcosa sulla quale non ci si possa informare(c’è internet), ma stiamo usando i nostri mezzi nel modo sbagliato: nativi digitali a convenienza. Il senso di superiorità tipico della nostra specie ci sta portando ad essere una di quelle che potremmo definire auto-minacciata. Ci sentiamo indipendenti dalla natura, come se noi non fossimo natura stessa; stiamo rovinando la nostra casa agendo con una mentalità così socialmente rarefatta che dubito possa mai cambiare qualcosa –in meglio-.
    Siamo troppo presi dalle nostre faccende per capire che siamo “vicini” all’estinzione di massa (come se poi le nostre cose avrebbero effettivamente un senso se ci fosse un’estinzione). Viviamo nel nostro piccolo mondo ignorando i sintomi di una terra malata, al limite delle sue possibilità, che noi abbiamo ridotto così. Ma dovremmo capire che la Terra sopravvivrà, noi no di certo. Infatti raramente chi vive in un’era raramente sopravvive nella successiva, mentre la terra è una “costante” relativamente alla vita: qui si parla di un mero istinto di sopravvivenza, forse abbiamo perso perfino quello.
    Io nel mio piccolo sto cercando di fare qualcosa, come ad esempio riciclare tutto, spostarmi principalmente a piedi ed evitare la consumazione di cibi fuori stagione o provenienti da luoghi esotici. Il problema è che ci sarebbe bisogno di un cambiamento delle abitudini generalizzato, non solo da parte delle “persone comuni”, ma anche delle aziende ed in particolare dalle multinazionali che al giorno d’oggi inquinano senza regole.
    Servirebbe imporre limiti più severi per la produzione di CO2, redigere delle leggi che vengano rispettate da tutti e, se necessario multare gli inadempienti. L’emergenza ecologica è una cosa seria, le temperature e gli oceani si stanno alzando davanti ai nostri occhi e da quando esistiamo abbiamo portato all’estinzione più di un terzo di tutti i viventi. La biodiversità è fortemente minacciata, ogni giorno in media si estinguono 50 specie tra animali e piante.
    Detto ciò nessuno sta agendo in modo concreto e veloce. Veloce è una parola chiave in questo discorso; quando pensiamo alla terra immaginiamo le ere geologiche, tempi disumani che facciamo fatica a concepire. In questo caso è diverso, si parla di poche decine di anni, meno di una generazione umana, per arrivare al punto di non ritorno.
    Non hai idea di quanto vorrei conoscere la risposta a questa lettera: vorrei leggere parole di conforto scritte da un giovane che non deve più preoccuparsi per il proprio futuro su questo pianeta. Vorrei sapere che qualcosa è cambiato, non importa tra quanti anni, ma almeno sapere che qualcuno ci sta davvero provando. Quello che vorrei è tristemente diverso da quello che mi aspetto: nel migliore dei casi la temperatura si sarà alzata di due o tre gradi ed il declino sarà ancora in atto. Nel peggiore le catastrofi naturali, le pandemie e l’inquinamento ci avranno già sterminato e questa lettera non riceverà mai una risposta.
    Mi sento in dovere di lasciare questo mondo nel modo migliore possibile affinché chi verrà dopo di me potrà avere un’esistenza serena; ma infondo so che più tempo passerà e peggiori saranno le condizioni di vita su questo pianeta. Viviamo tutti dentro delle bolle mentali che ci stiamo creando per impedire di fronteggiare il problema, come se un giorno non scoppieranno lasciandoci in ginocchio davanti la misera e dolorosa realtà. E’ un comportamento che infondo comprendo, anche perché il Covid-19 e tutte le sue conseguenze ci ha molto demoralizzato: è difficile pensare al futuro quando il presente è così incerto; quando chi non si ammala di un virus potenzialmente mortale si ammala comunque, di mente. Vedo sempre più persone adagiarsi ad una vita senza pretese, cercare di fare il meno possibile perché non hanno motivi per impegnarsi in qualcosa. Alcuni sostengono che questa emergenza sanitaria sia solo la prima di tante e che sia in qualche modo una conseguenza di tutto ciò che stiamo facendo subire all’ecosistema: basti pensare anche alla soglia di vita che negli ultimi decenni si è innaturalmente e disumanamente alzata. Stiamo stravolgendo e manipolando un qualcosa che è troppo più grande e potente di noi e ne stiamo pagando le conseguenze. L’impegno ecologico è un impegno umanista, serve innanzitutto per la nostra sopravvivenza, per il nostro semplice andare avanti come specie.
    Se non cambiamo, mi chiedo se qualcuno leggerà mai la mia lettera, mi chiedo se ci sarà un giovane del domani.

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