Tanto per “rinfrescare” un po’ la memoria – peraltro quasi inesistente giacché essa si sviluppa soltanto con lo studio della storia e la valutazione attenta dei documenti – di quanti ritengono che la questione ucraina dati a partire dal 24 febbraio 2022. Quando la stampa nostrana dei fatti d’Ucraina non si interessava né poco né punto e i più a malapena sapevano in che parte del mondo si trovasse. Ora che siamo in guerra si cerca orwellianamente di riscriverne la storia (vedi https://www.lindipendente.online/…/la-strage-di-odessa…/). Niente di nuovo sotto il sole, peraltro (vedi p.e. strage di Katin’).
Ignorare la storia, che è per sua natura “complessa”, amorale, intricata – non è la trama del Signore degli Anelli, in cui il Bene si scontra con il Male – o peggio confonderla con la propaganda, appiattirla sul tempo senza dimensione perseguito dall’idiotismo massmediatico, ci porterà diritti verso un periodo, ahimé lungo, di sofferenze fisiche e morali, di privazioni, di rabbia e di odio che non sperimentavamo dalla metà del secolo scorso. Dio non voglia (quale Dio?) che i nostri figli debbano rivivere sulla loro pelle quello che hanno vissuto i nostri padri. Ricordatevi di che pasta siamo fatti.
Ulteriore documentazione
Council of Europe Office
https://www.coe.int/en/web/kyiv/report-on-investigations-of-odesa-events
Sulla capacità (e sulla volontà) da parte delle autorità del governo ucraino di appurare i fatti di Odessa (2 maggio 2014), questa è la conclusione del Report dell’International Advisory Panel della UE del 4 novembre 2015 (p. 65):
«Conclusion: The Panel considers that substantial progress has not been made in the investigations into the violent events in Odesa on 2 May 2014. While this outcome may be explained to some extent by the contextual challenges, the Panel considers that the deficiencies identified in this Report have undermined the authorities’ ability to establish the circumstances of the Odesa-related crimes and to bring to justice those responsible.»
Per chi volesse visionare l’intero dossier: https://rm.coe.int/CoERMPublicCommonSearchServices/DisplayDCTMContent?documentId=090000168048610f.
Pertanto, liquidare le diverse, alternative interpretazioni degli eventi come mera “propaganda” – sia che “convengano” all’una o all’altra parte in conflitto – è scorretto.
Probabilmente entrambe le versioni sono parziali od omissive. Restano le immagini, difficilmente equivocabili (anche se da contestualizzare) e il fatto che la maggior parte delle vittime, ammazzate in maniera atroce, appartengono alla parte filo-federalista. La verità, ammesso che esista una “verità” appurabile in via definitiva – ma questo vale per la gran parte degli eventi storici (si lavora come in un tribunale, cfr. Dossier della UE), è sempre più complessa e sfaccettata.
Rimangono, ad ogni buon conto, dei fatti inequivocabili: 1) la quasi totale disattenzione o superficialità della stampa e dei media italiani (ed occidentali) intorno alla vicenda (vedi per esempio https://www.huffingtonpost.it/daniele-scalea/strage-odessa-censura_b_5262168.html oppure https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/05/04/odessa-ecco-il-video-shock-dellincendio-in-fuga-dalle-finestre-lue-vuole-uninchiesta14.html). Di “censura” ed “insabbiamento” si parla già nel maggio 2014 e mesi successivi; 2) il clima “caldo” di guerra civile che ha insanguinato l’Ucraina da otto anni a questa parte (vedi anche questo servizio del 2017 https://www.youtube.com/watch?v=lwOKMj9IH4w&t=213s).