Pubblicato in: filosofia, politica mente

Il “tecnofascismo” dei diritti civili secondo P.P. Pasolini


In queste poche frasi c’è tutto. Pasolini ha visto con largo anticipo quali danni avrebbe prodotto il “neocapitalismo” nella sua versione “tecnofascista” oggi imperante, quello mascherato di “progressismo dei diritti civili”, di “politicamente corretto”, di “cultura della cancellazione della tradizione e della storia”.

I bisogni indotti dal vecchio capitalismo erano in fondo molto simili ai bisogni primari. I bisogni invece che il nuovo capitalismo può indurre sono totalmente e perfettamente inutili e artificiali. Ecco perché, attraverso essi, il nuovo capitalismo non si limiterebbe a cambiare storicamente un tipo d’uomo: ma l’umanità stessa. Va aggiunto che il consumismo può creare dei “rapporti sociali” immodificabili, sia creando, nel caso peggiore, al posto del vecchio clerico-fascismo un nuovo tecno-fascismo (che potrebbe comunque realizzarsi solo a patto di chiamarsi anti-fascismo); sia, com’è ormai più probabile, creando come contesto alla propria ideologia edonistica un contesto di falsa tolleranza e di falso laicismo: di falsa realizzazione, cioè, dei diritti civili. In ambedue i casi lo spazio per una reale alterità rivoluzionaria verrebbe ristretto all’utopia o al ricordo: riducendo quindi la funzione dei partiti marxisti ad una funzione socialdemocratica, sia pure, dal punto di vista storico, completamente nuova.

(dal testo dell’intervento che Pier Paolo Pasolini avrebbe dovuto tenere al Congresso del Partito Radicale del 4 novembre 1975, testo che fu letto postumo, in quanto Pasolini fu barbaramente ucciso due giorni prima)

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Autore:

Ho studiato filosofia presso l'Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e mi sono laureato nel 1990, relatore il prof. Gabriele Giannantoni, con una tesi in storia della filosofia antica intitolata "Vivere significa morire: analisi di alcuni frammenti eraclitei". Sono socio della SFI - Società Filosofica Italiana di cui curo il sito web. Da alcuni anni mi interesso di Pratiche Filosofiche e Consulenza Filosofica, collaborando con riviste scientifiche del settore, sulle quali ho all'attivo decine di pubblicazioni. Dal 2004 svolgo la professione di Consulente Filosofico e ho promosso una serie di iniziative filosofiche (Caffè Philo, Dialogo Socratico, Seminari di gruppo) aperte al pubblico. Attualmente insegno filosofia e storia presso il Liceo "I. Vian" di Bracciano (Liceo Classico sezione X). Utilizzo la filosofia in pratica sia durante le lezioni ordinarie che in altre "straordinarie" occasioni (passeggiate filosofiche nel bosco, dialoghi socratici a tema, ecc.). A scuola provo a tener aperto uno "sportello" di consulenza filosofica rivolto ai grandi ed ai meno grandi.

2 pensieri riguardo “Il “tecnofascismo” dei diritti civili secondo P.P. Pasolini

  1. Profetico, evidentemente. Se Pasolini fosse riuscito a parlare di queste cose al congresso del Partito radicale avrebbe potuto forse contribuire positivamente alla storia civile di quest’ultimo, visto che – dopo un buon inizio – proprio i radicali si sarebbero fatti inconsapevoli strumenti dei processi ideologici e sociali da egli descritti.

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  2. Si, la Filosofia, oggigiorno ostacolata e presa poco in considerazione rispetto al passato, è quella materia che ancora aiuta a comprendere il mondo e le sue dinamiche profonde. Non è la sola materia, ma può dare molti contributi e fornire puntualmente all’essere umano spunti interessanti per poter ancora pensare con la propria testa. Grazie dell’articolo

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