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Malesh – La Danse Des Heures (2021) (New Full Album)


Vi presento l’ultimo lavoro del gruppo Malesh co-fondato da un mio ex-studente, Pablo Monterisi.

https://www.facebook.com/Malesh.Band

La “trama” appare molto profonda e suggestiva. La qualità della musica “avvolgente” e “coinvolgente”, a tratti “ipnotica”. Notevoli gli stacchi strumentali che introducono momenti di cesura e di sorpresa rispetto al flusso narrativo. Acquieta, sorprende, trascina, acquieta di nuovo. Potrebbe essere ottima come supporto alla meditazione.

Chi volesse supportare il pregevolissimo studio-lavoro di questi giovani musicisti può farlo acquistando una o più copie dell’album https://malesh.bandcamp.com/album/la-danse-des-heures

Grazie!!! Facciamo in modo che se dovessero lasciare questo povero paese sia soltanto per loro scelta e andando a caccia di nuove esperienze… Che Dio (o chi per lui) ci perdoni. I giovani di oggi non lo faranno tanto facilmente. Ed è giusto così.

Malesh – La Danse Des Heures (Full Album) Malesh is an Italian duo born in 2019 with the precise intent to explore the obscure realm of Ethnic Fusion/Progressive instrumental music. Their second album “La Danse Des Heures”, based off of the homonymous painting by Gaetano Previati, explores the concept of the contrast between all the phases of a day, each one expressing a precise feeling, encapsulated in a unique story, more or less like Debussy’s Image Books: a collection of tales, each one with its own scent and color.

It has a rather minimalistic arrangement: a flute and a synthesizer exchange reciprocal laments for the abandonment of sunlight. The main character of this album is an old hag wandering in the woods. As the day unfolds, the hag retraces the same path she once crossed with her long lost partner, an innocent young girl who met a wretched destiny many moons back. The striving search for contact ends when the hag loses herself in the woods, being consequently banished in the realm of dreams, where she’s damned to relieve eternally her painful loss. Each song describes a memory of hers through a particular mood or episode, much like Debussy’s Image Books or Ravel’s Ma Mère L’Oye: a collection of tales within the tale, a continuous ekphrasis which contains the very essence of bereavement.

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Hermitage by Malesh


https://malesh.bandcamp.com/album/hermitage

released October 23, 2020

Pablo Monterisi: Guitars, Bass, Oud, Bansuri Flute, Tzouras, Pads, Keys, Choirs
Leonardo Cabitta: Drums, Percussions, Pads
Edoardo Carradori: Tabla on Track 3 (“Mist Of Cetus”)

all rights reserved

Malesh is an italian ethnic fusion band born in September 2019 and located in Rome, in an attempt to explore different sound cultures. Its members are Pablo Monterisi (guitar, bass, keys, flute, oud) and Leonardo Cabitta (drums and percussions).

Contribuite, s’il vous plaît: l’arte va sostenuta, soprattutto quando è espressione di forze giovani, fresche, intelligenti. Prendiamoci cura del nostro futuro.

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Darksevic – Jiddu: l’esperienza del vuoto


Philosophical experimental metal

Darksevic

https://darksevic.bandcamp.com/track/jiddu

Jiddu Krishnamurti

Tratto da “Taccuino – Un diario spirituale”

There was a casual movement, without any direction.
But there was, though. It began nowhere and went on into vast, unfathomable emptiness where the essence of everything is. In this emptiness there is an expanding,
exploding movement whose very
explosion is creation and destruction.
Time as measure, and time as thought and feeling had stopped, but there was nothing static.
On the contrary there was an extraordinary intensity and sensitivity, a nucleus, a fire that was burning, without heat and colour. The “what is” is ever new; it has never been and it will never be. The release of this energy is only possible when every form of search ceases.

Now, here.

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La cattivella rimane zitella


C’era una bella ragazza che amava un ragazzo. Lei aveva un’amica sincera e generosa che le consigliava modi di conquistarlo e spesso le regalava stivali, animaletti, e le faceva anche torte e dolci deliziosi!!! Ma la bellissima ragazza aveva un difetto: comandava a bacchetta tutti quelli che le parlavano, ma quando c’era il ragazzo che le piaceva non aveva lo stesso atteggiamento. Era buona e generosa. Un giorno il ragazzo che le piaceva venne a confessare il suo amore per lei regalandole un anello di diamanti. La ragazza stava sgridando e picchiando l’amica che piangeva quando lui entrò e vide la faccia della bella ragazza. Scoprì la verità, cioè che lei era una viziata che spendeva i suoi soldi in manicure e vestiti. Però lei lo amava e gli si spezzò il cuore a vederlo arrabbiato con lei. Lui si gettò ad abbracciare la sua amica, e scoccò la scintilla: infatti le diede un bacio. Lei pianse pianse e si trasferì nel wisconsin, lo stato dei latticini, la sua amica si sposò con il ragazzo e lei diventò zitella, la cattivella.

Angela Dipalo

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POPI IL SUPER CANE


C’era una volta un cagnolino di nome Popi che era di razza un west highlander white terrier, detto anche Er (Popi). Gli Er sono cani da tartufo e da tana e si usavano per cacciare lepri e conigli.

Continua a leggere “POPI IL SUPER CANE”

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LA BAMBOLA DI PEZZA ASSASSINA


In un paese lontano che si chiamava Turchia abitava una famiglia povera. La figlia non aveva nessun giocattolo e perciò la mamma decise di cucirle una bambola di pezza. La bambina era assai felice della sua bambola di pezza. Ma gli anni passarono, la bimba diventò una ragazza e un giorno buttò la bambola nella spazzatura. La bocca felice della bambola non era più così felice, anzi era arrabbiata. Finché una notte la bambola si ingrandì e decise di sbattere la sua ira sulla ragazza. La mattina dopo la ragazza uscì e vide che tutte le case erano chiuse e persino il giornalaio era chiuso. Guardò per terra e c’era un giornale su cui era scritto: “bambola di pezza infuriata gira per la città”. La ragazza non sapeva che fare e si chiuse pure lei dentro casa. Di notte si sentì un urlo: era una persona aggredita dalla bambola. Di mattina la ragazza e i suoi genitori andarono in un hotel in Florida e dormirono meravigliosamente. Vi rimasero finché non si rilassarono al punto da scordarsi della bambola impazzita e ritornarono a casa. Quando ritornarono a casa la bambola li aggredì. Terrorizzati ritornarono indietro e andarono da un mago potente. Il mago andò dalla bambola e con un incantesimo potente la mandò negli Inferi, ma rimase la leggenda della bambola assassina.

FINE

Angela Dipalo

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LA STREGA MALALA


Racconto di Angela Dipalo (6 anni)

La strega Malala andava nella notte oscura a rubare i bambini. La sua casa era antica ed era piena di ragnatele. Malala aveva una gemella in sé: ovvero in un corpo due teste. Un bambino andò una volta in un negozio che vendeva torte a forma di scheletri, di fantasmi, di gormiti e altri giocattoli che piacciono ai maschietti. Inoltre, vendeva pasticcini assai buoni.
La strega Malala era così cattiva da uccidere senza pietà una lumachina calpestandola con i suoi tacchi neri. Sua figlia si chiamava Delfina. Anche lei era cattiva come la madre ed aveva piani diabolici come la madre. Ma torniamo al bambino. Appena addentato uno di quei dolci magici il bambino diventò invisibile e fu rapito da Malala che era in grado di vedere ciò che era invisibile (solo la testa Malala, perché l’altra testa, di nome Crata non ci riusciva).
Nella notte una bambina, Angela, che era più intelligente di tutti i maschi, vide in cielo una lucetta rossa ed udì una voce spettrale che faceva ahahahah! Allora le due streghe (in un solo corpo) si trasformarono in forme di fuoco.
Nella città dove abitava Angela – in estrema periferia – c’era una fattoria con un mulino a vento. In questa fattoria abitavano due signori anziani di nome Marilù e Giustino. Erano fortunati poiché la strega non poteva prenderli grazie al loro cagnolino di nome Leone (cane fifone).
La notte successiva una bambina fu rapita dallo stesso negozio dopo essere diventata invisibile. Ancora una volta Angela affacciata alla finestra vide tracciarsi nel cielo oscuro una orribile faccia di fuoco lasciata lì dalle streghe.
Un altro bambino mentre stava giocando nella sua cameretta con i gormiti fu afferrato da una mano grigia con le unghie lunghe e taglienti. Era la mano della strega Crata che non sapeva vedere il mondo invisibile, ma in compenso era in grado di attraversare i muri.
Siccome Angela stava a dieta, chiese, una volta, alla mimmina di comprarle un dolcetto al negozio fatato da dove erano scomparsi il bambino e la bambina. La mamma glielo comprò. Angela stava per mangiare il dolcetto in camera sua quando vide un luccichio nel dolce e, insospettita, decise di buttarlo via. Allora le streghe dissero: “non vale! doveva pur mangiarlo questo dolce squisito!”. Perché a questo punto della storia ormai lo sappiamo tutti che i bambini venivano rapiti dopo aver assaggiato il dolcetto magico. Ad ogni modo le streghe entrarono nella sua camera. Stavano per afferrarla, quando Angela, che studiava karaté, diede loro un bel pugno in faccia e dopo un calcio nella pancia. Successivamente le schiaffeggiò entrambe sulle facce (ne avevano due) chiedendo loro: “dove stanno i bambini? sputate il rospo altrimenti vi dò un altro pugno in faccia e vi ammazzo!” Le streghe rimasero in silenzio e lei le uccise.
In seguito Angela rintracciò Delfina, la figlia delle streghe, per costringerla a parlare. Ma anche lei rimase in silenzio. Allora le diede un altro pugno. A questo punto Delfina, terrorizzata, parlò. I bambini rapiti si trovavano in un passaggio segreto. Angela li liberò, li ricondusse a casa dai loro genitori e vissero tutti felici e contenti, soprattutto Angela che era stata l’eroina della storia.

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PIETRAIA NIETZSCHIANA (3)


Un cielo profondo a portata di mano
nuvole basse di panna da violentare
affondandovi le mani
senza ritegno
profonda benrotonda superficialità
signora occhi di civetta
azzurra custode del più profondo e ridicolo tra i segreti!
Un progetto per allucinogeno
come contare qualcosa
bisogna pur dare un senso
le regole del gioco
per te, soltanto per te
sorprendendosi di tanto in tanto
a giocare con castelli di sabbia in riva al mare
eterno luminoso fanciullo in lotta perenne con le onde
che tutto infrangono.

Questi oggetti queste persone
queste maschere e discorsi
guarda la forza centrifuga di questo tempo folleggiante
perso mai più ritrovato sempre ricadente su sè medesimo
i balocchi di un bimbo innocente
spezzati infranti da una parte gettati
il regno di un fanciullo il tuo tempo.

Ho esplorato me stesso
lungo abissi barcollando e costoni dirupati
a ginestre e incerti rami d’olivo aggrappandomi
avevo le vertigini e lo stomaco in subbuglio
chiusi gli occhi la vista acuta dell’aquila in sogno bramando
per mano una dea mi prese
accarezzò il petto umido di desideri mai espressi
un peana al dio sterminatore per me recitò
Fu così che appresi l’arte
di plasmare il mio sentire con l’argilla dell’attimo.

Piove
Va ticchettando un ditirambo a Dioniso
Non mi interessa.

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LE AVVENTURE FILOSOFICHE DI DÀMONA – L’origine di tutte le cose


Vi presento il primo capitolo di una favola filosofica per bambini più o meno grandi… buona lettura. Continua a leggere “LE AVVENTURE FILOSOFICHE DI DÀMONA – L’origine di tutte le cose”

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IL CIUCCIO MAGICO


Personaggi: Bambina, Drago, Mostro magico, Gatto con gli stivali, Ciuccio Magico, Pifferaio
Scenari: Montagna alta alta, casetta a valle, castello
Oggetti: scatola e seme, bacchetta magica, microfono, armadio, scotch

C’erano una volta delle montagne enormi sulle quali viveva un mostro magico. Da queste montagne, così alte da essere inaccessibili, proveniva una musica di tromba. Su queste montagne nessuno poteva salire. Era pericoloso. Ma un giorno una bambina di cinque anni riuscì ad arrampicarsi sulle montagne. Era una bambina piccola ma alta e molto esperta. Aveva costruito una scala per salire sulle montagne perché voleva prendere un seme di pesca custodito in una scatola delle patatine. Sulle montagne cadeva una pioggia verde. Man mano che saliva la scatola si allontanava sempre di più e la bambina, nonostante i suoi sforzi, non riusciva a prenderla. La scatola era spostata da un drago invisibile, che a volte appariva, a volte scompariva. Era cattivo questo drago e molto dispettoso. Ma ad un certo punto la bambina riuscì ad afferrare la scatola e a fuggire dal drago. Il drago, però, aveva aperto la scatola e il seme era caduto. La bambina strisciando per terra lo recuperò, lo chiuse nella scatola, la sigillò con lo scotch e la chiuse in un armadio.
Il drago gridò “vendetta, vendetta!” e si mise a cercare il seme dappertutto, senza riuscire a trovarlo. Anche la bambina si era nascosta dentro una casetta che assomigliava ad una scatola. Il drago si aggirava nei paraggi chiedendosi ad alta voce “dov’è il mio seme?”. Siccome il drago cattivo stava per trovare il seme la bambina pensò di prenderlo con sé e di rifugiarsi in un castello brutto, scuro, nero, di fuori. Dentro, invece, era tutto un altro mondo, multicolore! Giallo, rosso, blu, azzurro, verde, arancione, celeste, viola e bianco (con un pochino di nero). La bambina nascose il seme in un forziere dorato. Un posto sicurissimo.
Il mostro che nel frattempo era rimasto sulle montagne e che aveva i piedi e le mani appiccicosi, decise di scendere. Entrò nel castello dove si trovava la bambina e cercò di spaventarla per costringerla a consegnargli il seme. A questo punto la bambina tirò fuori il suo ciuccio magico. Era un ciuccio parlante. Non si capiva niente di quello diceva. Solo la bambina era in grado di capirlo. “Andate via cattivi! Via brutto drago, via brutto mostro!” – diceva. Ma i due mostri spaventosi fuggirono lo stesso: sentivano la puzza che emanava dal ciuccio. Ed era una puzza terribile. La bambina allora si trasformò in una fatina. Prese la bacchetta magica e “abracadabra” la bacchetta si trasformò in un microfono. E con il microfono chiamò il gatto magico con gli stivali. Con un’altra parola magica trasformò il mostro in un giocattolo e il drago in un topolino. Il gatto con gli stivali con un altro “abracadabra” venne trasformato in un pifferaio magico che con la melodia del suo flauto ammaliò il topo e lo immobilizzò. La bambina-fatina ritrasformò il pifferaio in gatto e gli ordinò di mangiare il topolino. Con un balzo fu sopra di lui “miaooooo” e lo divorò. Poi la storia è finita.

Autrice, sceneggiatrice, art director: Angela Dipalo
Segretario e “facilitatore”: Francesco Dipalo