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Favole filosofiche – Introduzione alla filosofia per lo studente principiante


Audiolibro completo di Francesco Dipalo
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LETTERE DALL’ANTROPOCENE


A conclusione di un percorso didattico multidisciplinare (fisica, chimica, bioetica, medicina, psicologia, filosofia etica e politica) dedicato alla questione ambientale e al rapporto uomo-natura, abbiamo chiesto ai nostri studenti del triennio classico (sez. X), Liceo “Ignazio Vian” di Bracciano, di redigere un testo tenendo presenti queste consegne: “Da giovane a giovane. Scrivi una lettera ad un giovane di domani, ad un non-ancora-nato, provando a spiegare la tua visione del mondo, i tuoi dubbi, le tue speranze in merito alla questione ambientale e al rapporto uomo-natura. Tu cosa stai facendo di concreto? Cosa pensi di fare nel tempo che verrà?”

Alcune studentesse e alcuni studenti hanno affidato alle onde della rete i loro “messaggi nella bottiglia”, sorta di crononauti in visita a figli e nipoti non ancora nati. Vi invitiamo a leggere queste lettere, testimonianza di un’umanità moderna ed antica allo stesso tempo, che conosce ancora il sapore del bello, e che, nonostante tutto, non si arrende. Persone meravigliose. Sono loro la nostra speranza. A loro rendiamo onore.

Il percorso, valido anche come PCTO, si è articolato in una serie di incontri pomeridiani in videoconferenza, che hanno visto la partecipazione di esperti esterni. Alcune tematiche sono state introdotte, riprese e supportate anche attraverso la didattica ordinaria, in presenza e in DDI. Superfluo sottolineare la rilevanza della materia in termini di educazione civica ed orientamento universitario (ed esistenziale).

Alleghiamo a questo post una serie di materiali online che sono stati condivisi con gli studenti per la produzione dei loro interventi, in modo che, volendo, possano essere utilizzati da colleghi di altre scuole (ma che possono tornare utili anche ai cultori della materia).
I testi degli studenti che hanno aderito alla proposta di pubblicazione su questo blog sono fruibili nella sezione “commenti” del presente post.

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Del rientro a scuola, costi quel che costi


So che magari questa considerazione potrà sembrare irrilevante ai più. Ma in essa c’è la scuola, quella vera, al di là del vaniloquio, del chiacchiericcio e delle strumentalizzazioni politiche. Da domani, so per certo (per averlo già sperimentato nei mesi precedenti, con l’ulteriore aggravante dei cambiamenti di orario e della recrudescenza epidemica) tornando a scuola alle condizioni pazzesche che ci vengono imposte, la qualità del mio/nostro lavoro didattico – mio/nostro perché si lavora per gli studenti e con gli studenti – scadrà in maniera consistente e, salvo colpi d’ala dell’ultimo momento (da parte mia o di qualche studente: dalle istituzioni non mi aspetto niente di positivo), andrà peggiorando col passare del tempo.

A chi convenga, cui prodest, mi sfugge (parlo della gente che la scuola la vive in prima persona). Magari, per qualche collega sarà diverso. Avrà i suoi buoni motivi.

Per come la vedo io: cinque-sei ore di lezione con la fp2, in aule gelide (occorre areare!), ad orari improbabili, con strumenti non all’altezza di quelli di cui disponiamo a casa, con dieci-quindici alunni impietriti ai loro banchi e col volto coperto e dieci-quindici invisibili in collegamento da casa (sempre che il collegamento funzioni, che il PC non faccia le bizze, che il collega dell’ora precedente non abbia cambiato la password, ecc. ecc.) avranno, probabilmente, un impatto scarsamente produttivo anche sui più motivati. Potremo quanto meno dialogare? La fisicità ci sarà d’aiuto? Immaginatevi dieci personaggi in cerca d’autore, alcuni dei quali preoccupati o angosciati per la paura di covid o l’imbarazzo della situazione, infreddoliti, ammutoliti dalla fp2, costretti a rimaner seduti al loro posto, con la sola possibilità, al massimo, di recarsi al bagno, luogo metafisico per eccellenza, in solitudine. Potranno addentare il panino che si sono portati? Di questo non sappiamo ancora nulla… Stando alla normativa in vigore parrebbe di no. Ad ogni modo, io non mi assumerò la responsabilità di far loro togliere la mascherina, nemmeno per un minuto (salvo indicazioni più puntuali da parte della Dirigenza).

Ma qualcuno potrebbe dire: «Al diavolo la didattica e l’apprendimento, l’importante è uscire di casa, è la relazione, è socializzare». D’accordissimo. Socializzeranno dove e come? Dentro le aule alle condizioni che illustravo sopra? Difficile… per quanto l’umano, soprattutto in giovane età, abbia risorse sorprendenti… Allora fuori dai cancelli, alla fermata dell’autobus (arriverà all’orario giusto per tutti? vedremo…), tornando a casa o aspettando di entrare a scuola al baretto qui vicino…

Ma, benedetto iddio, chi impedisce loro di far la stessa cosa di pomeriggio? Cambia qualcosa nella qualità della relazione? Mi sfugge… Beninteso: sto parlando di ragazzi/e di età compresa tra i 17 e 20 anni (alcuni dei quali in altri contesti scolastici starebbero al primo o al secondo anno di università).

Ad ogni modo: sursum corda! Faremo del nostro meglio… qualcosa ci inventeremo

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FAVOLE – La filosofia per lo studente principiante [Audio-libro]


Introduzione (motivante) allo studio della filosofia (per le classi terze dei licei) – Testo

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Presentazione canale YouTube e risorse didattiche


prof. Francesco Dipalo, Liceo Classico “Ignazio Vian” – Bracciano (https://www.liceovian.edu.it/)
canale youtube: https://www.youtube.com/francescodipalo
handle: https://youtube.com/@FrancescoDipalo
blog: https://francescodipalo.wordpress.com/
facebook: https://www.facebook.com/LiberiDentro/
curriculum: https://francescodipalo.wordpress.com/info/

TERZO ANNO
> Introduzione allo studio della filosofia
> Corso di storia medievale e moderna – Lezioni YouTubeMateriali didattici
> Corso di filosofia antica e medievale – Lezioni YouTubeMateriali didattici

QUARTO ANNO
> Corso di storia tra Seicento e Ottocento – Lezioni YouTubeMateriali didattici
> Corso di filosofia moderna – Lezioni YouTubeMateriali didattici

QUINTO ANNO
> Corso di storia contemporanea – Lezioni YouTubeMateriali didattici
> Corso di filosofia contemporanea – Lezioni YouTubeMateriali didattici

PRATICA FILOSOFICA
> Lezioni YouTube

CRONACHE SCOLASTICHE
> Interventi YouTube

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Scuola, riforma, tecnologie


Intervista al prof. Francesco Dipalo a cura della dott.ssa Giulia Fagioli (03/2016)
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Libertà, Responsabilità, Autenticità: Tre parole per orientarsi “con filosofia”


Sommario
Libertà
-Jiddu Krishnamurti: La libertà è una qualità della mente
-Immanuel Kant: Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me
-Immanuel Kant: Libertà significa avere il coraggio di usare la propria intelligenza
-Fernando Savater: Che cos’è la libertà
-Fernando Savater: Non siamo liberi di non essere liberi
-Søren Aabye Kierkegaard: Ciascuno di noi è ciò che sceglie di essere. Anche scegliendo di non scegliere
-Søren Aabye Kierkegaard: Il “singolo”, baricentro della dimensione esistenziale e spirituale (in senso cristiano) del fare filosofia
-Jean-Paul Sartre: L’uomo è condannato ad essere libero
-Friedrich Wilhelm Nietzsche: Delle tre metamorfosi (Zarathustra)
-Epitteto: Libertà significa imparare a volere che le cose accadano esattamente come accadono
-Erich Fromm: Fuga dalla libertà
-Herbert Marcuse: L’uomo ad una dimensione. La sola libertà rimastaci è quella di “consumare”?
-Zygmunt Bauman: Amare significa imparare ad accettare la libertà dell’Altro
-Thich Nhat Hanh: Coltivare la libertà
Responsabilità
-Fernando Savater: Responsabilità significa esser consapevoli della propria libertà
-Platone: Il mito di Er
-Søren Aabye Kierkegaard: Ciascuno di noi ha un naturale bisogno di rappresentarsi lo scopo della propria vita e non può esimersi dall’assumersi la responsabilità delle proprie scelte
-Karl Jaspers: Il carattere originario ed irrinunciabile dell’idea di responsabilità
-Jean-Paul Sartre: L’esistenzialismo (ateo o cristiano) è un umanismo, ovvero una filosofia centrata sull’uomo. Nell’uomo l’esistenza precede l’essenza: egli è pienamente responsabile delle sue scelte esistenziali
-Albert Camus: Pur in assenza di Dio, dinanzi al comune destino di morte, abbiamo la responsabilità di essere solidali gli uni verso gli altri
-Albert Camus: Il mito di Sisifo, emblema dell’umano destino, eroe positivo
-Umberto Galimberti: Dietro l’abuso di droghe stimolanti vi è il senso di responsabilità “schiacciante” indotto dal nichilismo della società post-moderna
Autenticità
-Wikipedia.org: Il significato etimologico del termine “autenticità”
-Fernando Savater: Autenticità significa porsi in relazione con l’Altro, riuscire ad essere uomo tra gli uomini
-Vito Mancuso: Vivere autenticamente significa dedicare la vita a qualcosa più grande di sé, rimanendo in armonia con la propria interiorità
-Martin Heidegger: Vivere autenticamente significa essere-per-la-morte, ovvero vivere con la consapevolezza della propria morte
-Osho Rajneesh: Tre cose da ricordare per incamminarti verso l’Autenticità
-Charlie Chaplin: Amore di sé…
-Muriel James e Dorothy Jongeward: Vincenti o perdenti…?
-Theodor Wiesengrund Adorno: Critica del concetto di autenticità

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TRA UOMO E NATURA: ANTOLOGIA FILOSOFICA DI UN RAPPORTO COMPLESSO


[Fonte: https://www.lifegate.it/app/uploads/land-art.jpg%5D

LA DIVINA NATURA DA CONTEMPLARE: LA FILOSOFIA ANTICA COME ESERCIZIO SPIRITUALE
ANTOLOGIA PALATINA, IX, 577 (EPIGRAMMA ATTRIBUITO ALL’ASTRONOMO TOLOMEO)
ARISTOTELE, PARTI DEGLI ANIMALI, 645A
CICERONE, DELLA NATURA DEGLI DEI, I, 21, 54
CICERONE, DELLA REPUBBLICA, VI, 9, 16
CICERONE, IL SOMMO BENE E IL SOMMO MALE, V, 21, 58
EPICURO, GNOMOLOGIO VATICANO, 10
EPICURO, LETTERA A PITOCLE, 85
EPICURO, MASSIME CAPITALI, 11
EPITTETO, DIATRIBE, I, 6, 19-25
MARCO AURELIO, A SE STESSO, IV, 23
PLATONE, FEDRO, 229A-C
PLUTARCO, DELLA TRANQUILLITÀ DELL’ANIMA, 20, 477C
SENECA, QUESTIONI NATURALI, I, PREFAZIONE, 7-10
LA NATURA DA CONTEMPLARE COME “IMAGO DEI”
ELOGIO DELLA NATURA DI ALANO DI LILLA (1128-1203)
CANTICUM O LAUDES CREATURARUM (O CANTICO DI FRATE SOLE) DI FRANCESCO D’ASSISI (1181-1226)
NATURA NATURANS E NATURA NATURATA: L’INFINITÀ DELL’UNIVERSO
GIORDANO BRUNO (1548-1600)
LA NATURA DA SOGGIOGARE
ANTICO TESTAMENTO GENESI (9, 2)
PICO DELLA MIRANDOLA: ORAZIONE SULLA DIGNITÀ DELL’UOMO (1496)
JULIES MICHELET (STORICO FRANCESE 1798-1874)
FRANCESCO BACONE (1561-1626)
GALILEO GALILEI (1564-1642)
RENÉ DESCARTES (1596-1650)
LA NATURA AMA NASCONDERSI. OCCORRE RISPETTARNE LA VELATEZZA
JOHANN WOLFGANG VON GOETHE (1749-1832)
JEAN-JACQUES ROUSSEAU (1712-1778)
JOHANN CHRISTIAN FRIEDRICH HÖLDERLIN (1770-1843)
HENRY DAVID THOREAU (1817-1862)
FRIEDRICH WILHELM NIETZSCHE (1844-1900)
JEAN-PAUL SARTRE (1905-1980)
VOCI DA ORIENTE
CHUANG TZU (369 A.C. CIRCA – 286 A.C. CIRCA), FILOSOFO E MISTICO CINESE, UNO DEI MASSIMI ESPONENTI DEL TAOISMO
BUDDISMO TIBETANO – LA PIÙ GRANDE RICCHEZZA: CONTENTEZZA (TRATTO DAL LIBRO THE HEART IS NOBLE, CHANGING THE WORLD FROM THE INSIDE OUT, DI OGYEN TRINLEY DORJE, PP 70-71)
BUDDISMO SOTO-ZEN
THICH NHAT HANH, ESSERE PACE, ASTROLABIO-UBALDINI EDITORE, ROMA, 1989
VOCI DA UN ALTRO OCCIDENTE
LETTERA SCRITTA NEL 1854 DAL CAPO PELLEROSSA SEATTLE CAPRIOLO ZOPPO ALL’ALLORA PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI FRANKLIN PIERCE
SMOHALLA, UOMO-MEDICINA DELLA TRIBÙ UMATILLA
RIFLESSIONI DI FILOSOFI CONTEMPORANEI
MARTIN HEIDEGGER (1889-1976)
WERNER KARL HEISENBERG (1901-1976)
HANS JONAS (1903-1993), IL PRINCIPIO RESPONSABILITÀ
GIOVANNI REALE (1931-2014)
EDGAR MORIN (1921)
RAIMON PANIKKAR (1918-2010)
FRANCESCO DIPALO (1965), NULLA E DINTORNI, DIOGENE MULTIMEDIA, BOLOGNA, 2015

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Machiavelli in “Philosophia, Il cammino del pensiero”, EMSF


– Gennaro Sasso, “Machiavelli: l’indagine storica e la riflessione politica”
– Maurizio Viroli, “La filosofia politica di Machiavelli”
– “Machiavelli”, a cura di U. Eco (con Giorgio Albertazzi)

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Nietzsche attraverso la lettura dei testi


Ich bin kein Mensch, ich bin Dynamit

Non sono un uomo, io sono dinamite






Antologia di passi nicciani ad uso didattico


 [foto: https://www.newstatesman.com/sites/default/files/styles/lead_image/public/Longreads_2018/08/2018_35_nietzsche_new.jpg?itok=RbEBrjKw]
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Apollineo e dionisiaco

Avremo acquistato molto per la scienza estetica, quando saremo giunti non soltanto alla comprensione logica, ma anche alla sicurezza immediata dell’intuizione che lo sviluppo dell’arte è legato alla duplicità dell’apollineo e del dionisiaco, similmente a come la generazione dipende dalla dualità dei sessi, attraverso una continua lotta e una riconciliazione che interviene solo periodicamente. [..] Alle loro due divinità artistiche, Apollo e Dioniso, si riallaccia la nostra conoscenza del fatto che nel mondo greco sussiste un enorme contrasto, per origine e per fini, fra l’arte dello scultore, l’apollinea, e l’arte non figurativa della musica, quella di Dioniso: i due impulsi così diversi procedono l’uno accanto all’altro, per lo più in aperto dissidio fra loro e con un’eccitazione reciproca a frutti sempre nuovi e più robusti, per perpetuare in essi la lotta di quell’antitesi, che il comune termine “arte” solo apparentemente supera; finché da ultimo, per un miracoloso atto metafisico della “volontà” ellenica, appaiono accoppiati l’uno all’altro e in questo accoppiamento producono finalmente l’opera d’arte altrettanto dionisiaca che apollinea della tragedia attica.

(F. Nietzsche, La nascita della tragedia)

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L’amore: dono o desiderio? La concezione dell’amore nel pensiero filosofico antico e medioevale


Percorso antologico di filosofia antica e medievale sul tema di “Amore” declinato secondo i tre vocaboli greci “Eros”, “Philia”, “Agapé”, a cura di Anna M. Bianchi – Giorgio Pedrioni (rivisitato da Francesco Dipalo). Già apparso su Comunicazione Filosofica numero 8, febbraio 2001 (https://www.sfi.it/259/comunicazione-filosofica.html).

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Lettera di Lincoln al maestro di suo figlio (e lettera di risposta dal XXI sec.)


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My son starts school today. It is all going to be strange and new to him for a while and I wish you would treat him gently. It is an adventure that might take him across continents. All adventures that probably include wars, tragedy and sorrow. To live this life will require faith, love and courage.
So dear Teacher, will you please take him by his hand and teach him things he will have to know, teaching him – but gently, if you can. Teach him that for every enemy, there is a friend. He will have to know that all men are not just, that all men are not true. But teach him also that for every scoundrel there is a hero, that for every crooked politician, there is a dedicated leader.
Teach him if you can that 10 cents earned is of far more value than a dollar found. In school, teacher, it is far more honorable to fail than to cheat. Teach him to learn how to gracefully lose, and enjoy winning when he does win.
Teach him to be gentle with people, tough with tough people. Steer him away from envy if you can and teach him the secret of quiet laughter. Teach him if you can – how to laugh when he is sad, teach him there is no shame in tears. Teach him there can be glory in failure and despair in success. Teach him to scoff at cynics.
Teach him if you can the wonders of books, but also give time to ponder the extreme mystery of birds in the sky, bees in the sun and flowers on a green hill. Teach him to have faith in his own ideas, even if every one tell him they are wrong.
Try to give my son the strength not to follow the crowd when everyone else is doing it. Teach him to listen to every one, but teach him also to filters all that he hears on a screen of truth and take only the good that comes through.
Teach him to sell his talents and brains to the highest bidder but never to put a price tag on his heart and soul. Let him have the courage to be impatient, let him have the patient to be brave. Teach him to have sublime faith in himself, because then he will always have sublime faith in mankind, in God.
This is the order, teacher but see what best you can do. He is such a nice little boy and he is my son.

***

“Il mio figlioletto inizia oggi la scuola: per lui, tutto sarà strano e nuovo per un po’ e desidero che sia trattato con delicatezza. È un’avventura che potrebbe portarlo ad attraversare continenti, un’avventura che, probabilmente, comprenderà guerre, tragedie e dolore. Vivere questa vita richiederà Fede, Amore e Coraggio. Quindi, maestro caro, la prego di prenderlo per mano e di insegnargli le cose che dovrà conoscere. Gli trasferisca l’insegnamento, ma con dolcezza, se può. Gli insegni che per ogni nemico c’è un amico. Dovrà sapere che non tutti gli uomini sono giusti, che non tutti gli uomini sono sinceri. Gli faccia però anche comprendere che per ogni farabutto c’è un eroe, che per ogni politico disonesto c’è un capo pieno di dedizione.

Gli insegni, se può, che 10 centesimi guadagnati valgono molto di più di un dollaro trovato; a scuola, o maestro, è di gran lunga più onorevole essere bocciato che barare. Gli faccia imparare a perdere con eleganza e, quando vince, a godersi la vittoria. Gli insegni a esser garbato con le persone garbate e duro con le persone dure. Gli faccia apprendere anzitutto che i prepotenti sono i più facili da vincere.

Lo conduca lontano, se può, dall’invidia, e gli insegni il segreto della pacifica risata. Gli insegni, se possibile, a ridere quando è triste, a comprendere che non c’è vergogna nel pianto, e che può esserci grandezza nell’insuccesso e disperazione nel successo. Gli insegni a farsi beffe dei cinici. Gli insegni, se possibile, quanto i libri siano meravigliosi, ma gli conceda anche il tempo di riflettere sull’eterno mistero degli uccelli nel cielo, delle api nel sole e dei fiori su una verde collina.

Gli insegni ad aver fede nelle sue idee, anche se tutti gli dicono che sbaglia. Cerchi di infondere in mio figlio la forza di non seguire la folla quando tutti gli altri lo fanno. Lo guidi ad ascoltare tutti, ma anche a filtrare quello che ode con lo schermo della verità e a prendere solo il buono che ne fuoriesce.

Gli insegni a vendere talenti e cervello al miglior offerente, ma a non mettersi mai il cartellino del prezzo sul cuore e sull’anima. Gli faccia avere il coraggio di essere impaziente e la pazienza di essere coraggioso. Gli insegni sempre ad avere suprema fede nel genere umano e in Dio.

Si tratta di un compito impegnativo, maestro, ma veda che cosa può fare. È un bimbetto così grazioso, ed è mio figlio”. 

Caro presidente Lincoln, questi principi, in tutta sincerità, proviamo a metterli in pratica ogni giorno che Dio manda sulla terra. Non è affatto facile, ma ci proviamo. Per quanto spiegare questo a studenti e genitori – nonché a molti colleghi – si riveli spesso una mission impossible (mi perdonerà l’anglismo: oggi si parla così). Gli uomini, forse, son sempre gli stessi, ma ho l’impressione che la società in cui viviamo noi nel XXI secolo rappresenti una commedia ben più sciatta, triste ed insignificante di quella che andava in scena a metà del XIX. A dominare, come “(pseudo-)valori” e non come disvalori, sono l’egocentrismo, il furbismo, la competizione fine a se stessa, la brama di un successo di cartapesta, truffaldino. Inganniamo i nostri ragazzi, facendo credere loro che tutto si possa misurare col metro peloso del denaro, che la felicità si possa comprare e che sia lì, dietro l’angolo, a portata di mano. Che sia meglio, dopotutto, barare, perché così fan tutti. Che gli altri siano solo scomodi rivali o, peggio, pezze da piedi. Che un numero vale la nostra anima. Ma si tratta solo di una dolorosa illusione. Dietro la maschera degli attori del dramma scolastico, dietro atteggiamenti boriosi o scanzonati, spesso non c’è niente, se non una solitudine assordante, un’ansia da prestazione snervante, una confusione che lascia sbigottiti. Coraggio, fede, abnegazione, senso di giustizia, dignità, nella bocca di molti son solamente parole. Rari i genitori che le utilizzerebbero con i maestri dei loro figli. Altrettanto rari i maestri che le saprebbero mettere in pratica. Qui nel XXI secolo sappiamo (quasi) tutti leggere e scrivere, ma abbiamo disimparato ad amare, ad apprezzare il luccichio negli occhi dei nostri ragazzi, ad innamorarci della conoscenza, quella vera, che ci fa sentire uomini tra gli uomini e ci fa amare la vita nonostante tutte le sue tragedie, finte e vere. Questo i ragazzi di oggi non ce lo perdoneranno. Finiranno di scassare il mondo e, giustamente, attribuiranno a noi la colpa. Perché anche questo, il non assumersi le proprie responsabilità, sarà un frutto inacidito del nostro insegnamento. Ma continuiamo a provarci, caro presidente. Non si sa mai.

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La guerra civile americana


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L’Italia nel Seicento


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Schopenhauer: il mondo come volontà e rappresentazione


Lezione sulla filosofia di Schopenhauer a.s. 2016-2017